IL MIRACOLO DELLA LIBERAZIONE DAL COLERA
Era la fine di novembre dell’anno 1854 e a Pietrelcina si moriva. Il colera, un morbo terribile per quei tempi, diffondeva ovunque il suo vento di morte non distinguendo nè tra ceti sociali nè tra sesso nè tra persone di diversa età. L’angoscia saliva sempre più al pensiero che ognuno potesse cadere vittima del terribile contagio. L’inverno, in genere, non era stagione di epidemie, ma in quel caso portò con sè nella nostra comunità l’insidia di un bacillo che non perdonava.
Il prof. Sergio Tretola, nel suo meticoloso e pregevole lavoro sul culto della Madonna della Libera (“La Madonnella Nostra. La Confraternita e il Culto della Madonna della Libera in Pietrelcina” - Centro studi e Ricerche Storiche Pietrelcina - 1987) così racconta quei terribili momenti:
La prima vittima del morbo si registrò il 5 settembre e venne seppellita ‘nel luogo detto Gregaria destinato per i colerici’. Era arciprete Nicola de Tommasi. Vi fu un periodo di tregua, e poi dal 28 ottobre cominciò lo stillicidio giornaliero dei decessi, che continuò per tutto il mese di novembre con una media di 3 morti al giorno. La popolazione aspettava impaurita ma fiduciosa che il freddo facesse cessare il morbo. Il 1 dicembre, invece, morirono 7 persone ed il giorno successivo si ebbero ben 16 decessi. Il panico si impadronì dei cittadini. Il 3 dicembre morirono 19 persone. E’ da supporre che, a quel punto, tutta la popolazione, in preda alla disperazione, si sia rivolta con devozione totale alla Madonna, che con il titolo ‘della Libera’ rappresentava l’estrema speranza. Quasi sicuramente il simulacro fu portato in processione per tutte le contrade del paese. Sta di fatto che il 3 dicembre fu il giorno di massima mortalità; già il giorno dopo ne morirono 12 ed il 5 dicembre si ebbero appena 7 decessi. Nei giorni successivi mediamente morirono una o due persone fino al 21 dicembre, data in cui si ebbero gli ultimi due decessi per colera. L’epidemia mietè, complessivamente, ben 153 vittime.
Da allora, ogni anno il 3 dicembre è festa di penitenza e di preghiera.....
Sono trascorsi più di tre secoli e la devozione profonda e filiale dei «pucinari» verso la «Madunnella» riattualizza sempre più la tensione che dovette salire forte nel cuore dei nostri paesani, allorquando, con le lacrime agli occhi ringraziarono la Mamma Celeste, «liberatrice» dal male oscuro del contagio colerico.
Da allora in poi Maria della Libera non fece mai mancare la protezione alla popolazione di Pietrelcina.